Procedimento disciplinare: l’impugnazione in Cassazione deve riguardare la sentenza del CNF e non, direttamente, la decisione del CDD

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Ai sensi dell’art. 36 co. 6 L. n. 247/2012, l’oggetto dell’impugnazione avanti alle Sezioni Unite della Corte di Cassazione è in materia costituito dalla decisione disciplinare del Consiglio Nazionale Forense, sicché sono quivi inammissibili doglianze avverso la decisione del Consiglio Distrettuale di Disciplina. Infatti, le censure devono riguardare la sentenza del CNF e non, direttamente, […]

La citazione a giudizio può (non “deve”) indicare i nominativi dei Consiglieri effettivi e supplenti della Sezione CDD

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In tema di procedimento disciplinare, la citazione a giudizio dell’incolpato deve sì indicare la sezione giudicante del CDD incaricata del dibattimento (art. 21 lett. c Reg. CNF n. 2/2014), ma senza che sia altresì necessario riportare i nominativi delle persone fisiche chiamate a comporla, non trovando quivi applicazione la diversa disciplina dettata dall’art. 552 c.p.p. […]

La mancata audizione dell’incolpando nella fase preliminare al procedimento disciplinare

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La mancata audizione dell’incolpando nella fase preliminare al procedimento disciplinare in presenza di sua espressa specifica richiesta, non comporta nullità del procedimento stesso, che infatti non può ancora dirsi iniziato. Peraltro, l’indispensabilità dell’audizione non è prevista neppure in riferimento alla fase dibattimentale, avendo l’incolpato diritto di sottoporsi all’esame soltanto se ne faccia richiesta o vi […]

L’asserita violazione dei criteri per la composizione della sezione del CDD

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È inammissibile l’impugnazione avente ad oggetto l’asserita violazione dei criteri dettati dal Reg. CNF n. 2/2014 per la composizione della sezione del CDD, allorché non sia specificato in dettaglio chi fossero i componenti che, in base al citato regolamento, avrebbero dovuto comporre la sezione disciplinare e quali invece in maniera illegittima ne abbiano fatto parte. […]

Procedimento disciplinare: competenza territoriale e criterio della prevenzione

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La competenza a procedere disciplinarmente è attribuita al CDD del distretto ove il professionista è iscritto, o a quello del distretto nel quale è avvenuto il fatto per cui si procede, fermo in ogni caso il principio della prevenzione con riguardo al momento dell’iscrizione della notizia nel registro riservato (art. 51 L. n. 247/2012, art. […]

L’omessa restituzione di documenti al cliente costituisce illecito permanente

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La violazione dell’art. 33 cdf (Restituzione di documenti) costituisce illecito deontologico permanente. Conseguentemente, il relativo dies a quo prescrizionale va individuato nel momento cui: 1) il professionista ponga fine all’omissione ovvero effettui il comportamento positivo dovuto, oppure 2) sollecitato in tal senso, opponga il rifiuto affermando l’asserita legittimità del proprio contegno, con la precisazione che […]

La mancata informazione al cliente è un illecito di natura permanente

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La mancata informazione al cliente (art. 27 cdf) è un illecito che non si consuma e non si esaurisce istantaneamente, ma si protrae nel tempo fino a quando la prescritta comunicazione abbia luogo o fino quando il mandato conferito venga revocato o rinunciato, con tutto ciò che ne consegue in termini di decorso della prescrizione […]

Il principio del libero convincimento opera anche in sede disciplinare

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Il Giudice della deontologia ha ampio potere discrezionale nel valutare la conferenza e la rilevanza delle prove dedotte in virtù del principio del libero convincimento, con la conseguenza che la decisione assunta in base alle testimonianze ed agli atti acquisiti in conseguenza degli esposti deve ritenersi legittima, allorquando risulti coerente con le risultanze documentali acquisite […]

La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio

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La prescrizione dell’azione disciplinare è rilevabile d’ufficio in ogni stato e grado del giudizio, anche in sede di legittimità, a causa della natura pubblicistica della materia e dell’interesse superindividuale dello Stato e della comunità intermedia, quale l’ordine professionale. Consiglio Nazionale Forense (pres. f.f. Napoli, rel. Cassi), sentenza n. 358 del 7 ottobre 2024

Il giudice della deontologia non ha l’obbligo di confutare esplicitamente tutte le tesi ed emergenze istruttorie non accolte

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Anche in tema di procedimento disciplinare a carico degli avvocati, il giudice non ha l’obbligo di confutare esplicitamente le tesi non accolte né di effettuare una particolareggiata disamina degli elementi di giudizio non ritenuti significativi, essendo sufficiente a soddisfare l’esigenza di adeguata motivazione che il raggiunto convincimento risulti da un esame logico e coerente, non […]